Curcuma: i benefici provati dalla ricerca scientifica
Il nome "Curcuma" deriva dal sanscrito Kum-Kuma: il rizoma della pianta in India rappresenta uno dei costituenti fondamentali del curry (circa il 28%) da 4000 anni.
Un tempo sprezzantemente chiamata "zafferano dei poveri" per il suo brillante colore giallo, ora la curcuma è considerata l'oro dell'India.
Nel secolo scorso gli scienziati notarono che gli indiani incorrevano in patologie croniche con una incidenza nettamente più bassa delle popolazioni di tutto il resto del mondo, dove Alzheimer, diabete di tipo 2, cancro e Parkinson, solo per citarne alcune, sono invece in costante aumento.
Gli utilizzi della Curcuma in ambito alimentare sono funzionali a molte patologie e disturbi; negli ultimi decenni sono stati chiariti i principali meccanismi fisio-biologici che determinano un aumento significativo dello stato di salute; finora sono state descritte una cinquantina di azioni terapeutiche.
La curcumina, principale referente fitochimico della Curcuma, ha effetto inibente sugli enzimi COX, LPO e diminuisce i livelli delle citochine pro-infiammatorie. Alcuni studi nella comparazione tra farmaci di sintesi e curcumina, dimostrano che l'attività antinfiammatoria degli estratti della radice è sovrapponibile a quella dell'aspirina, dell'ibuprofene e del celecoxib (…).
I medici cinesi e indiani la utilizzano come: antiacido, vulnerario nei bendaggi, analgesico, fluidificante sanguigno, in pomate antieczematose e decongestionante dei seni nasali. La tradizione popolare la utilizza in disturbi quali gengiviti, flatulenza, indigestione, infezioni virali e stress.
Non esiste a tutt'oggi una droga così polivalente.
Effetto della curcuma sui dolori alle articolazioni
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la curcuma favorisce il blocco delle citochine e degli enzimi responsabili della risposta infiammatoria come la ciclossigenasi di tipo 2 (COX-2), legandosi allo stesso recettore del farmaco di sintesi celecoxib.
In questi studi si evidenzia che la curcuma ha modulato la risposta del sistema immunitario in merito all'infiammazione.
Infatti i principi attivi presenti nella pianta possono prevenire l'infiammazione delle articolazioni e ridurre l'infiammazione stessa, quindi la pianta può migliorare i sintomi e prevenire i dolori articolari.
Altri studi clinici hanno evidenziato che le persone che hanno usato integratori a base di curcuma per un lungo periodo, oltre alla diminuzione del dolore dovuto all'osteoartrosi, c'è stato anche un miglioramento nella mobilità dell'articolazione (in questo studio era stata trattata artrosi del ginocchio in particolare).
Effetto antiossidante della curcuma
Come già detto alla curcuma si attribuiscono numeri altri effetti.
Molti benefici di questa pianta sono da imputare all'effetto antiossidante molto spiccato dei sui principi attivi.
Le sostanze antiossidanti contenute nella curcuma sono in grado di bloccare i radicali liberi che si trovano nel nostro organismo.
I radicali liberi sono delle sostanze molto instabili capaci di creare dei danni cellulari al nostro corpo e di innescare quei processi di degenerazione cellulare che possono portare a molte patologia croniche (invecchiamento celebrale, problemi cardiaci, cancro,…).
Il nostro organismo produce esso stesso degli antiossidanti deputati alla protezione delle nostre cellule e la curcuma stimola anche il nostro corpo alla produzione di queste sostanze di difesa.
La curcuma e l'attività celebrale
Fino a poco tempo fa si credeva che i neuroni non potessero riprodursi se non nella prima infanzia.
I recenti studi condotti sul cervello hanno dimostrato che alcune aree sono in grado di aumentare il numero dei neuroni presenti grazie ad alcuni ormoni come il fattore neurotropico derivato dal cervello (brain-derived neurotrophic factor (BDNF)).
La curcumina è in grado di aumentare la quantità di questo fattore di crescita nel cervello.
Per questo motivo ci sono studi in atto per verificare l'efficacia della curcuma nel migliorare la memoria e le capacità cognitive.
Curcumina e Alzheimer
È stato dimostrato che la curcumina può passare la barriera ematoencefalica, per questo è stato studiato il suo effetto anche nella malattia di Alzheimer.
La sindrome di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa molto comune caratterizzata da lesioni del cervello chiamate placche di amiloide e forte infiammazione dei tessuti.
La curcumina stimola l'attività dei macrofagi in grado di "pulire" le placche di amiloide oltre a svolgere un'attività di prevenzione sull'infiammazione cerebrale.
Sembra evidente che nel prossimo futuro la curcuma possa avere un ruolo importante nella cura e prevenzione dell'Alzheimer.
La naturalista e religiosa tedesca Ildegarda di Bingen (1098-1179) osserva: 'La radice di curcuma è moderatamente calda e ha in sé una grande forza. Una persona, infatti, che trema nelle membra e alla quale mancano le forze, tagli la radice di curcuma nel vino e ci aggiunga un po' di galanga e la faccia bollire con un po' di miele nel vino e lo beva così caldo, cioè tiepido, e il tremore passerà e riacquisterà le forze (…). Si possono riconoscere in questi sintomi i segni principali delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale, morbo di Parkinson ed Alzheimer.
La curcumina può diminuire il rischio di patologie cardiache
Come sappiamo le malattie cardiache sono la prima causa di morte nel Mondo.
La curcumina può agire a vari livelli prevenendo il rischio cardiovascolare.
Questa sostanza è in grado di migliorare l'elasticità dell'endotelio vascolare che rappresenta lo strato di cellule principale dei vasi sanguigni.
Inoltre la curcuma, grazie alle sue proprietà antiossidanti abbassa la concentrazione dei lipidi nel sangue.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità mette in evidenza che, se per semplificare, si parla più spesso di curcumina, in realtà l'attività della curcuma è da attribuire a tutti i curcuminoidi (tumerone, bidemetossicurcumina, demetossicurcumina…) contenuti in essa e al suo fitocomplesso.
Precauzioni d'uso
La curcuma è una pianta considerata abbastanza sicura, tuttavia si consiglia sempre di rivolgersi ad un professionista (erborista, farmacista) quando si intende assumere integratori alimentari che la contengano.
La Curcuma è inserita dalla FDA nella lista GRAS (piante riconosciute sicure); ad alte dosi e per periodi protratti di utilizzo la curcumina è ulcerogena. Nessun' altra avvertenza alla posologia d'uso.
Quando si acquista un integratore a base di curcuma o una tisana la cosa più importante è assicurarsi della qualità del prodotto per essere certi di apportare un effettivo beneficio al nostro organismo.
Buona tisana
FONTI
Herbal and Traditional Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects (pag. 686)
edited by Lester Packer, Sissi Wachtel-Galor, Choon Nam Ong, Barry Halliwell
Efficacy and safety of Meriva®, a curcumin-phosphatidylcholine complex, during extended administration in osteoarthritis patients.
Belcaro G1, Cesarone MR, Dugall M, Pellegrini L, Ledda A, Grossi MG, Togni S, Appendino
Panminerva Med. 2010 Jun;52(2 Suppl 1):55-62.
Safety and anti-inflammatory activity of curcumin: a component of tumeric (Curcuma longa).
Chainani-Wu N1.
J Altern Complement Med. 2003 Feb;9(1):161-8.
Safety and efficacy of Curcuma longa extract in the treatment of painful knee osteoarthritis: a randomized placebo-controlled trial.
Madhu K1, Chanda K, Saji MJ.
Inflammopharmacology. 2013 Apr;21(2):129-36. doi: 10.1007/s10787-012-0163-3. Epub 2012 Dec 16.
Antidepressant-like effects of curcumin in WKY rat model of depression is associated with an increase in hippocampal BDNF
Author :Laura L.HurleyaLuliAkinfiresoyeaEvaristusNwuliabAtsushiKamiyacAmol A.KulkarnidYousefTizabia
Behavioural Brain Research (Volume 239, 15 February 2013, Pages 27-30)
Phase IIa clinical trial of curcumin for the prevention of colorectal neoplasia.
Carroll RE1, Benya RV, Turgeon DK, Vareed S, Neuman M, Rodriguez L, Kakarala M, Carpenter PM, McLaren C, Meyskens FL Jr, Brenner DE
Curcuminoids enhance amyloid-beta uptake by macrophages of Alzheimer's disease patients.
Zhang L1, Fiala M, Cashman J, Sayre J, Espinosa A, Mahanian M, Zaghi J, Badmaev V, Graves MC, Bernard G, Rosenthal M
Cancer Prev Res (Phila). 2011 Mar;4(3):354-64. doi: 10.1158/1940-6207.CAPR-10-0098